AKT. 27




3 GIORNI? (180 GIORNI)

Capitolo interamente dedicato ai Chess no Koma. Tramite la sua ÄRM, Peta parla ai compagni, e fa loro un discorso sulla guerra e sulle conseguenze di essa.
Parla come se gli uomini fossero degli esseri avidi e meschini, che vivono solo per avere un potere che non potranno mai conquistare, perchè solo l'elite dei prescelti può riuscire in tale impresa, e ovviamente i migliori erano loro, i Chess no Koma.
Un futuro (che presto sarebbe stato il presente, dato che avevano già distrutto una buona percentuale di MAR Heaven) fatto di morte e cattiveria, di sofferenza per tutti coloro che si opponevano alla loro tirannia, ecco come intendevano sfruttare il potere. Phantom era eccitato. Non gli capitava dallo scontro con Danna, si sentiva come rinato (e lo era XD) e sperava di poter di nuovo avere a che fare con una persona in grado di mettergli i bastoni tra le ruote e farlo divertire, poichè anche se i Chess avevano perso il la battaglia di 6 anni prima, non ne erano usciti sconfitti, e lo dimostrava il fatto che adesso erano di nuovo lì, tutti riuniti, a stermnare l'intera popolazione del mondo che odiavano.

Intanto Merilo comunicava a Ginta che la parte principale dell'addestramento era finita e che l'aveva superata con succeso, ora lo aspettavano i restanti 180 giorni, che lo avrebbero aiutato a far affinare le sue tecniche e a farlo diventare abbastanza forte per mettersi contro i Chess no Koma. Per fortuna, 180 giorni nel Training Gate corrispondevano a 3 giorni su MAR Heaven (O Aran sarebbe diventato decrepito prima di rivederli! X°D), e così il tempo volò sia per Ginta che per Jack, che affrontava le stesse prove del compagno (ma con risvolti decisamente ecchi "pervertiti", dato che si metteva a spiare Dorothy mentre faceva il bagno XD).

I giorni passavano velocemente, MÄR Heaven era distrutta al 40% e fuori, nel frattempo, Aran era a dir poco stremato. L'uomo era rimasto sveglio per ben tre giorni, quello era il suo limite, se Ginta non fosse uscito di lì al più presto, non ce l'avrebbe fatta a resistere ancora. Dato che la fortuna girava dalla sua, si ritrovò di nuovo faccia a faccia con Ian, che non era certo venuto per lui, ma che sicuramente provava piacere nel constatare che il vecchio era esausto e poteva prendersi una piccola rivincita per la sconfitta subita al castello ghiacciato, così attaccò l'uomo senza dargli nessuna via di fuga.
Aran non si scomponeva e non aveva nessuna paura del ragazzo; era lì per aspettare Ginta e gli altri, e così avrebbe fatto. Adesso avrebbe pensato alla sua vita però, poichè sopravvivere era troppo importante non solo per se stesso, ma anche per MAR Heaven e tutti coloro che facevano affidamento su di lui.